Settembre 2017

10.09.2017
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

"Ancora tu, non mi sorprende lo sai..." cantava l'indimenticato Lucio Battisti nel 1976 riferendosi agli incontri con la sua ex, mentre i miei pensieri vanno al ritorno sulla scena dell'oro, con le sue caratteristiche di bene rifugio comprato a mani basse durante il mese di agosto, ma comunque in ottimo rialzo da inizio anno (intorno ad un 18%). Anche se non amo l'analisi tecnica, non posso fare a meno di guardare il grafico che ha disegnato ultimamente, dal quale si evince chiaramente che si sta avvicinando ad un’importante resistenza in area 1380-1400 che in passato ha spesso agito come barriera. Da tenere d’occhio nel prossimo futuro quindi l'andamento del metallo giallo perché potrebbe fornirci importanti segnali, anche in merito alle azioni minerarie che come sapete hanno un effetto leva (quindi con tutti i pro e i contro) rispetto al semplice gold bullion. Ma quali sono state le motivazioni di questo rally?  Sicuramente i test nucleari di Kim Jong-Un hanno avuto il loro peso, così come la debolezza del dollaro, tuttavia ciò che mi lascia più sorpreso è ancora una volta la resilienza dei mercati azionari internazionali di fronte a tensioni geopolitiche certamente rilevanti, se si eccettua la debole eccezione dell'indice giapponese Nikkei, che ha scontato moderatamente la forza dello yen, annoverato tra i cosiddetti beni-rifugio, anche se faccio fatica ogni volta a capirne il perché. Diciamo quindi che se un operatore sui mercati si fosse ritrovato su un'isola deserta per un mese senza nessun tipo di collegamento con il mondo esterno, se non fosse per la performance al rialzo dell'oro osservando i numeri dei mercati azionari sarebbe autorizzato a pensare che la vicenda dei missili coreani sia stata solo uno scherzo. Eppure le valutazioni medie dell'equity mondiale sembrano essere tutt'altro che a buon mercato, e questa storia poteva essere tranquillamente presa come spunto per una bella e salutare presa di beneficio globale. E allora perché non è andata così?  La mia sensazione è che non ci siano vere e proprie alternative e sembra quasi che i gestori patrimoniali abbiano più paura di perdere l'ultima parte del rialzo che di perdere soldi. Dopo aver spremuto fino in fondo i mercati dei corporate bond e degli high yield (pensate che quest'estate le BB europee sono arrivare a rendere meno del decennale americano) adesso se vogliono continuare a pagare un rendimento ai propri clienti, i gestori devono necessariamente aumentare il peso medio dell'equity nei propri portafogli ed ogni piccola correzione è buona per farlo. Ovviamente all'interno dei listini ci sono più settori, così come ci sono più aziende all'interno dello stesso settore, ed è qui che si giocherà sicuramente la parte più difficile, come quando si avanza nel tabellone dei tornei più prestigiosi. (...)

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