Ottobre finora si è rivelato un mese interlocutorio per i mercati finanziari. Orsi e tori al momento segnano un pareggio. Infatti, se da una parte abbiamo visto per un soffio l’indice S&P 500 sotto i 3500 punti (quindi nuovi minimi), dall’altra è stato registrato anche un veloce rimbalzo da quel livello, anche interessante, visto che ha fatto circa 7 punti percentuali. I tassi dei governativi nel mondo intanto sono andati a toccare livelli ulteriormente più alti con il decennale americano che ha superato il 4,3 % intraday e il Bund tedesco il 2.5 %. Pur tuttavia, ciò che impressiona di più è vedere le scadenze a 2 anni tedesche superare di slancio il 2 %, se pensiamo che sono tornati ad offrire un tasso superiore allo zero soltanto sette mesi fa, dopo anni di interessi stabilmente sotto i 50 punti base. Quindi se i governativi a breve termine (che sono considerati privi di rischio) offrono questi rendimenti, potete capire come, tra i Corporate bond di buona qualità, grazie alla risalita degli spread, si possano trovano ottime opportunità . Ecco perchè crediamo che oggi si debba tenere in liquidità soltanto la parte di portafoglio funzionale ad acquisti tattici su risky asset, mentre i bond investment grade a breve termine possono entrare nella parte strategica della asset allocation. Certo, se fossimo sicuri al 100% che siamo arrivati alla fine del picco dell'inflazione (e se i tassi dovessero scendere anche soltanto di un punto), avrebbe molto più senso andare sulle parte lunga della curva per un maggior guadagno. (...)