Trovare un senso logico in questi mercati è una impresa veramente ardua. Siamo bombardati di notizie in tempo reale e soprattutto di analisi e statistiche di ogni tipo. Ormai la giornata è condizionata dall’attesa di un certo dato che uscirà ad una determinata ora, piuttosto che dall’interpretazione di un numero parametrato ad una serie storica. Eppure spesso l’andamento dei prezzi, successivo alla pubblicazione, è il più delle volte controintuitivo rispetto a quello che suggerirebbe la logica. Il mese scorso facevo l’esempio di Tesla che aveva raggiunto i 1000 dollari e toccato una capitalizzazione impressionante (oltre 180 miliardi) e oggi me la trovo a 1500 dollari e circa 280 miliardi di capitalizzazione. Per fortuna che non l’ho venduta allo scoperto (del resto fior di analisti dicono di farlo da quando stava a 200 dollari) altrimenti mi sarei fatto veramente male. Però, allo stesso tempo, coerente con il mio pensiero , continuo a non comprarla perchè non c’è nulla che sia accaduto negli ultimi trenta giorni che possa spiegare questo rally. A dire il vero continua a sembrarmi una ripetizione di quello che provai nel 1999/2000. Quello era stato il periodo del TMT boom (tecnologia, media, telecomunicazioni), che è stato etichettato come bolla solamente dopo essere scoppiata. Con il senno di poi, la bolla sembrava evidente a tutti, ma il “leitmotiv” del periodo era che le imprese della new-economy fossero molto meglio in prospettiva rispetto ai caseari e ai produttori di cavi industriali. Le azioni che godono di un buon market momentum sono spesso piene di qualità da crescita intrinseca che le rendono allettanti agli occhi degli investitori per svariati motivi. Tuttavia, oggi il rapporto tra i titoli growth ed i loro opposti (noti come titoli value) è all’estremo, anche oltre i livelli del 1999, che sembravano già inarrivabili. Questo vuol dire che se gli investitori sono tutti concentrati su determinati settori di mercato, aumenta sempre di più il rischio di improvvise rotazioni che potrebbero causare una caduta dei titoli growth, magari anche di quelli che meritano certi multipli. Tipicamente la stagione estiva si rivela propizia per creare situazioni di stress, forse per punire noi operatori che abbiamo la pretesa di cercare di staccare il nostro cervello dal “Matrix mercato“. Ecco perchè suggerisco vivamente di fare un bel check-up al portafoglio prima di andare in ferie , verificando che ci sia una giusta diversificazione, magari inserendo anche qualche nome rimasto molto più indietro rispetto agli altri, in particolar modo quei titoli che hanno cash flow molto positivi e quindi sono oggettivamente sottovalutati. (...)