Alla fine il 2017 si è rivelato un anno spettacolare per i mercati azionari di tutto il mondo. Scorrendo le statistiche, i numeri che balzano all’occhio sono veramente notevoli, con l'indice MSCI World che chiude con un rotondo 16% trainato dal quasi più 20% del mercato americano (che pesa per circa un 50% su tale indice). Solo gli Emergenti fanno meglio dell'indice a stelle e strisce, avvicinandosi ad uno strabiliante 28% (con l'Asia sugli scudi), bene anche il Giappone intorno al 18% e infine l'Europa con un più modesto (si fa per dire) 10%. Quello appena concluso è stato anche l’anno in cui il dollaro è tornato a perdere di forza, ma soprattutto si è registrata (dopo svariati anni) una tendenza al rialzo dei rendimenti sui governativi europei. Di conseguenza, coloro che avessero investito su tali asset class, quest'anno avrebbero avuto ben poco da festeggiare. Ma quanti investitori hanno saputo davvero sfruttare questa grande opportunità? In base alla mia esperienza personale, credo siano stati ben pochi i coraggiosi che hanno abbracciato l'aumento del rischio, mentre coloro che non lo hanno fatto oggi si trovano di fronte all'antico dilemma: se entrare prima che sia troppo tardi oppure se continuare ad aspettare una eventuale correzione. Peccato che poi il problema sia sempre il solito, ovvero che quando il mercato corregge lo fa sempre per una cattiva notizia (vera o falsa, purché negativa) e la maggior parte della clientela privata che conosco difficilmente si butta in mare aperto quando le acque sono agitate, perdendo ogni volta l'opportunità giusta. L'anno scorso di questi tempi scrivevo le mie aspettative per il 2017 (http://www.frameam.ch/frameam/images /ilpuntomensile/PuntoMensile_Gennaio2017.pdf ) e puntualmente ogni mese ho esposto il mio pensiero cercando di mantenere un fil rouge, quindi non vorrei fare la figura della vecchietta di De Andrè, che non avendo più né vizi né voglie si prendeva la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto, ma essendo uomo di mercato ogni giorno prendo decisioni sui portafogli dei clienti parlando costantemente con loro e con i loro consulenti. Pertanto anche questo mese ovviamente ci si aspetta di fare lo stesso, anche se il livello di difficoltà mi sembra stia aumentando a dismisura ogni anno. Leggendo analisi di ogni genere, trovo pareri completamente discordanti: non ci sono infatti solo persone che vedono il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, perché c'è chi lo vede completamente vuoto e chi traboccante. Per comprendere tutto ciò credo che si possa chiamare in causa lo studio della finanza comportamentale, che "indaga i comportamenti dei mercati finanziari includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale". Secondo tale scuola di pensiero esistono 15 errori classici che l'investitore inesperto tende a fare e credo che verificarli possa risultare una buona idea anche per chi è del mestiere, per valutare quello che tendenzialmente potrebbe essere il prossimo tallone d'Achille. (...)