Vorrei cominciare questo pezzo con una premessa: mai come in questo periodo mi sono sentito come la volpe che, non arrivando all'uva, dice che non è matura. Il problema è che io penso davvero (magari sbagliandomi) che effettivamente sia ancora acerba. A cosa mi riferisco? Ovviamente alla mia attuale allocazione sull'asset class azionaria, sulla quale sono dichiaratamente sotto-pesato ormai da mesi. Nonostante ci sia questo rally in corso, e sebbene si siano verificate situazioni meno peggiori di quanto ci si aspettasse solo qualche mese fa, io continuo a rimanere scettico sul fatto che possa proseguire. Questi fattori hanno favorito maggiormente le piazze europee rispetto a quelle americane, guidando rialzi a doppia cifra. Tra questi citerei sicuramente un inverno più mite del previsto che ha calmierato i prezzi dell'energia e la riapertura della Cina che sta giocando un ruolo molto importante in questo ritrovato ottimismo. Eppure, anche al di là dell'oceano, i recenti dati macroeconomici mostrano una particolare resilienza dell'economia a stelle strisce, nonostante i ripetuti rialzi FED, e quindi si sta facendo strada nelle menti degli operatori una "pazza idea": un filotto di notizie positive che porterebbe non solo ad un soft landing, ma addirittura ad un “nolanding” con la continuazione di uno dei cicli più longevi della storia. (...)