Dicembre 2021

22.12.2021
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

Se un anno fa mi avessero detto che esattamente dodici mesi dopo avremmo trovato gli indici azionari sui livelli attuali forse avrei stentato a crederci. Se ricordate, infatti, a metà dicembre 2020 , prima delle festività, eravamo in piena seconda ondata da Covid 19 e con diffusi lockdown a livello mondiale.La scoperta dei vaccini era avvenuta soltanto in novembre ma eravamo assolutamente agli inizi della campagna vaccinale e soprattutto ancora non si sapeva se potevano funzionare o meno. Fatta questa premessa quindi, se avessi dormito per tutto questo tempo, osservando i magnifici rialzi del 2021,  al mio risveglio mi sarei aspettato  che la pandemia così come  le restrizioni non ci fossero più  mentre al contrario non mi sarei affatto stupito di respirare una euforia generalizzata un po’ovunque . Invece, siamo ancora sotto la spada di Damocle di questo maledetto virus, che con le sue varianti continua a spaventare l'intera popolazione mondiale con le conseguenze note a tutti come restrizioni negli spostamenti, colli di bottiglia alla produzione e alla consegna e aumento generalizzato dei prezzi che ha richamato uno spettro ormai dimenticato , l'inflazione. Le banche centrali mondiali si stano preparando a rimuovere gli enormi stimoli monetari immessi sul mercato tant’è che i futures dei FED Funds mostrano già tre rialzi di venticinque punti base per il 2022 e altri sette tra il 2023 e il 2024. Tornando al rally di Borsa, a voler essere pignoli, guardando i grafici si nota che il rialzo è stato generato soprattutto nei primi otto mesi dell'anno, dopodiché ci siamo mossi in un ampio trading-range fatto di piccole correzioni e successivi rialzi. Da qualche giorno però il nervosismo sta aumentando, forse perchè insieme al tapering annunciato dalla FED, si è unita anche una nuova variante che  da un lato sembra più contagiosa della Delta, per quanto  sembri comportare decorsi meno gravi. Quello che faccio fatica a capire però è la risposta dei mercati. Se la preoccupazione è l'acuirsi della malattia, per quale motivo nell'ultimo periodo lo "stay at home business" sta soffrendo più dei ciclici? Qualcuno potrà dire “perchè queste società che sono tipicamente delle Growth Stocks soffrono in un contesto di rialzo dei tassi, come chiaramente indicato dai FED Funds futures.” Ma allora perchè il tasso del decennale americano invece di salire è sceso nuovamente intorno all’ 1.4 %? La risposta potrebbe risiedere nel fatto che gli operatori sanno che il prossimo anno il Tesoro Usa dovrà collocare 1.7 triliardi di titoli americani, con la FED pronta a comprarne soltanto 100 miliardi. E quindi pensano che non riusciranno a piazzarli sul mercato a questi tassi senza l'aiuto della banca centrale con la conseguenza di assistere a uno steepening della curva. (...)

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