Dicembre 2020

18.12.2020
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

A volte mi tornano in mente i primi tempi della mia carriera lavorativa, quando aspettavo la parte finale del telegiornale delle tredici, momento in cui si collegavano a Piazza Affari per chiedere il cambio Lira Marco ad un operatore con uno strano accento italiano. Visto che stiamo parlando del 1992, potete immaginare l'escalation che si verificò fino al famoso mercoledì nero (16 settembre 1992) quando la Lira fu costretta ad uscire dal serpentone monetario e a svalutarsi. Ovviamente i tassi d'interesse sui titoli di Stato Italiani salirono moltissimo (se non ricordo male fino al 18 %) in quanto rappresentavano l’unico modo per allettare gli investitori ad accettare il rischio di comprare BOT, BTP e CCT nello stesso periodo in cui il Governo Amato fece la famosa manovra monster da 90.000 mila miliardi di vecchie Lire per puntellare le malconce casse dello Stato. E come dimenticarsi che nella poc'anzi citata manovra era previsto un addebito del 6 per mille (0,6%) su tutti i conti, depositi, certificati etc etc con esclusione dei titoli di Stato? Quanta acqua sotto i ponti é passata da quel giorno!  E vedere che nel dicembre 2020 lo Stato italiano riesce a collocare 7 miliardi (ma con una domanda superiore ai 12) di BOT annuali ad un tasso negativo di quasi mezzo punto percentuale ha davvero dell’incredibile. Non fosse altro perché non solo le casse statali sono forse messe peggio di ventotto anni fa, ma ci troviamo nel mezzo di una crisi economica senza eguali in tempi di pace. In questi giorni poi si fa anche un gran parlare di tassa patrimoniale, per la semplice ragione che il risparmio privato italiano vanta dei numeri veramente impressionanti. Solo sui conti correnti, gli Italiani hanno depositato quasi due triliardi di euro. Pertanto, sussiste il grande rischio che una legge patrimoniale di una certa entità possa provocare ciò che si vide Oltralpe qualche anno fa, quando a fronte di pochi miliardi di gettito aggiuntivo, i ricchi francesi se ne andarono in massa (tra gli altri Gerard Depardieu) causando grandissimi problemi all'indotto. Credo sia molto più producente stimolare i consumi, utilizzando a tale scopo manovre fiscali pro-cicliche, anzichè agire sempre sulla leva della tassazione aggiuntiva.  Perché non provare ad aumentare il denominatore una volta tanto, invece che il numeratore dello ormai stra-noto rapporto debito /PIL? Soprattutto adesso che sembrano finalmente in arrivo i finanziamenti del Recovery fund, che, insieme alla legge sui PIR e gli ELTIF,  potrebbe offrire una fortissima accelerazione all'economia del Belpaese . Sempre che i governanti non mandino alla malora anche questa possibilità, magari litigando sulle banalità invece che costruendo insieme un nuovo futuro. Sarà forse l'effetto  “pubblicità natalizia della Coca Cola" ma voglio provare ad avere un pensiero positivo per il 2021, dopo che nel 2020 siamo scesi dritti dritti all'inferno riuscendo però  a venirne fuori (forse e per ora). (...)

Il sito utilizza cookie tecnici e cookie statistici di terze parti (come GA).
Cliccando su “Accetta” presti il consenso ai cookie statistici.
Cliccando su “Continua senza accettare” puoi negare il consenso ai cookie statistici e continuare la navigazione colo con i cookie tecnici.
Per modificare le tue preferenze o per maggiorni informazioni leggi la “Cookie Policy”

Continua senza accettare Accetta