Novembre, secondo il vecchio adagio, dovrebbe essere il mese migliore per investire in Borsa, ma questa volta si è rivelato alquanto confuso. La discrepanza che balza subito all'occhio è la differenza di performance tra gli indici europei e quelli americani, nonostante l'Europa sembri godere di ottima salute con una crescita economica decisamente migliorata dopo anni difficili e una situazione politica molto più stabile di quanto potessimo aspettarci a inizio anno, quando i timori legati all'attuazione della Brexit e la pressione dei partiti antieuropeisti facevamo dormire sonni poco tranquilli. Basti pensare invece alla gestione della recente crisi catalana, oppure a quanto sia diventato chiaro nei numeri l'errore degli inglesi (il 53%) e la loro scellerata scelta di voler abbandonare l'Unione. Credo che questo movimento di breve periodo sia stato causato soprattutto dalla recente debolezza del dollaro, ma dal punto di vista tattico ritengo possa essere una occasione di acquisto, considerando che la riforma fiscale americana ha stabilito chiari vantaggi alle aziende che faranno rimpatrio degli utili e quindi ci saranno probabilmente centinaia di miliardi di valute estere che verranno cambiati in dollari fornendo supporto alla valuta nordamericana. Questo movimento dovrebbe favorire un piccolo rally delle borse europee e anche di quella giapponese, che sembra stia riposando sui livelli della vecchia resistenza dopo aver corso molto. Naturalmente rimangono sullo sfondo tutte le incertezze politiche legate all'istrionismo mediatico del Presidente americano e alle continue accuse che gli vengono mosse per i suoi atteggiamenti, quanto meno fuori dagli schemi. Ma se tutto dovesse andare per il verso giusto a Capitol Hill, aldilà delle eventuali prese di beneficio tipiche del "sell on news" oppure delle corrette rotazioni settoriali (come quella vista di recente sui tecnologici), i primi mesi del 2018 potrebbero rivelarsi positivi, in particolare per Europa e Giappone. Potremmo anche assistere ad una stagione di M&A nel settore bancario europeo, in quanto la BCE sta attuando la sua moral suasion per avere solo due-tre istituti importanti per ogni Paese. Una situazione dunque ottimale per tutti i gestori event driven/special situation che stanno diventando sempre più popolari nei portafogli dei nostri clienti. Attenzione però a non dimenticarsi che la BCE ridurrà il piano di acquisti dei bond e la FED dovrebbe continuare con il suo programma di rialzo dei tassi, quindi fare estrema attenzione alla composizione del proprio portafoglio obbligazionario, perché la volatilità potrebbe veramente salire notevolmente, considerati i livelli attuali sia di tasso che di spread nel mondo high yield e Corporate. Diventerà pertanto sempre più difficile trovare correlazioni negative sui mercati finanziari da inserire nelle nostre asset allocation e non credo che inserire i Bitcoin sia una buona idea, visto che se ne fa un gran parlare. (...)