Negli ultimi anni mi sono riappassionato al tennis e, complici i risultati della nuova leva di talenti italiani, mi sono ritrovato a guardare partite lunghissime come Sinner contro Alcaraz ad orari impossibili. Vedere scambi che durano tantissimo, con un equilibrio di base che viene spezzato da grandi giocate o da piccoli errori causati da quest’ultime, mi porta a riflettere sull’attuale situazione dei mercati azionari, dove l'Orso e il Toro si stanno fronteggiando in una partita estremamente equilibrata, con un set a testa, anche se alla fine inevitabilmente sappiamo che ci sarà un solo vincitore del match. La partita però è formata da migliaia di colpi, che vengono commentati dai vari telecronisti che provano a cercare di capire le motivazioni per le quali un giocatore abbia optato per una smorzata invece che per un passante. Vestendo allora i panni del simpatico Bertolucci, provo a commentare quello che sta succedendo nel set che stanno giocando l'Orso e il Toro in questo 2023. Ricordiamoci sempre che se allarghiamo lo sguardo alla statistica degli ultimi cento anni, il Toro è quello che alla fine ha vinto quasi sempre (basti vedere per quanti anni l’MSCI World ha registrato un rendimento positivo). Continuando quindi con la nostra similitudine che paragona gli anni ai singoli set, vediamo che l’anno scorso l’Orso ha dato un secco 6 a 2 ad un frastornato Toro, abituato a vincere facile ormai da tanti anni. Quest'anno, la partita sembra essere però molto più equilibrata (ad esclusione del mese di gennaio) e lo si vede benissimo sia osservando il grafico dell’indice Standard and Poor’s a 90 giorni, sia guardando il globale MSCI World. (...)