Sapete qual è il contesto che più mi ricorda il comportamento attuale di Trump? Quello scolastico. Chi di noi, infatti, non si è ritrovato in classe un personaggio alla Trump, un po' bullo, che si vantava tanto ma che alla fine cascava sempre in piedi, anche con i professori!? Se ci provava con una ragazza e questa non contraccambiava, alla fine diceva che in realtà non la voleva. Come non ritrovarvi una similitudine con la vicenda del tentativo fallito di abrogazione dell'Obamacare da parte dell’attuale governo americano? Eppure, nonostante questo chiaro fallimento al primo banco di prova, i mercati (i professori) non hanno fatto una piega. La ragione consisterebbe nel fatto che i veri obiettivi sono rappresentati da abbassamento delle tasse e incremento della spesa pubblica. Eppure, se di tutti i programmi urlati ai quattro venti in campagna elettorale, dovesse rimanere solo l'inasprimento dei rapporti internazionali, non saranno rose e fiori per il futuro dei mercati azionari considerando che le aspettative stanno già incorporando un aumento degli utili futuri. Provando a soffermarci sugli aspetti positivi rispetto a quanto scritto il mese scorso, Marzo ha registrato un’inaspettata quanto gradita sovraperformance degli indici equity europei rispetto a quelli americani (che comunque sono scesi di poco) e per la prima volta dopo tanti anni il risultato a dodici mesi vede fare meglio l’Eurostoxx50 rispetto all’indice S&P500, seppure con maggior volatilità. Gli ultimi dati macro prevedono un miglioramento del PIL europeo e finalmente si sono rivisti dei flussi in entrata nel mercato azionario del Vecchio Continente, complici le difficoltà dell'Esecutivo americano e del venir meno in questa fase dei rischi francesi. Quello che invece mi infastidisce è l'andamento negativo dell'azionario nipponico, che continuo a ritenere l'area geografica più interessante dal punto di vista dei fondamentali. Diversamente, altre posizioni tattiche della nostra strategia di investimento (ovvero alcuni titoli bancari europei, gold miners e Biotech) stanno performando più che decentemente da inizio anno. Colgo l’occasione per analizzare in particolare le azioni delle aziende biotecnologiche, il cui valore potenziale spesso viene erroneamente sottovalutato dagli investitori che hanno ancora in mente la bolla dei primi anni Duemila e si fanno spaventare dalla volatilità dei corsi. Certo, è innegabile che sia una asset class rischiosa, ma quello che stanno facendo queste società ha qualcosa di straordinario. Prendiamo l’esempio di Kite Pharma e Bluebird Bio. Entrambe le società lavorano nelle terapie CAR T Cell, che è una tecnica che prevede il prelievo di cellule T (linfociti) di un paziente per riprogrammarle geneticamente. Una volta reintrodotte nella persona, hanno la capacità di individuare e aggredire le cellule tumorali: si tratta quindi sostanzialmente di immunoterapia, che diventa una opzione importante nella cura dei tumori e che di fatto apre nuovi orizzonti. (...)