Il 2023 continua a rivelarsi un anno caratterizzato da un andamento bonario per i mercati finanziari in genere. Anche agosto non è sfuggito a questo mood, considerando che, nonostante sia avvenuta una correzione sull'equity internazionale nei primi venti giorni del mese (e che ad un certo punto aveva anche assunto dimensioni interessanti, intorno al 5-6%) alla fine si è rivelata di entità modesta considerando il rimbalzo degli ultimi giorni, generato peraltro dalle dichiarazioni di Powell al simposio di Jackson Hole. È come se il mercato avesse letto nelle parole dell’attempato banchiere centrale qualcosa di particolarmente accomodante. In realtà, pur non avendo assunto toni particolarmente aggressivi come lo scorso anno, Jay Powell ha semplicemente ribadito la volontà di sconfiggere l'inflazione (confermandone il target al 2%) muovendosi con cautela ma senza escludere a priori ulteriori rialzi nel corso dell'anno.
L'economia americana da una parte, si è dimostrata sicuramente più resiliente di quanto ci si aspettasse non essendosi “raffreddata” come da attese in conseguenza dei rialzi dei tassi operati, dall’altra, tuttavia, rimane l'incertezza sui tempi di ricaduta che questi manifestano sul ciclo economico. Direi quindi un intervento neutrale, eppure quest'anno le notizie tendono ad essere interpretate positivamente anche quando sono di direzione opposta. Prendiamo per esempio il recente dato sui "job openings" di luglio che ha sicuramente deluso le attese, segnando il minimo da gennaio 2021.