Il Settembre 2015

01.09.2015
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

"È arrivata la bufera, è arrivato il temporale, chi sta bene e chi sta male, e chi sta come gli par..."

Cantava così il piccolo grande Renato Rascel.

Queste parole rappresentano perfettamente quello che sentivo lunedì 24 agosto, mentre ero sulla spiaggia a godermi il mio ultimo giorno di ferie...!

E che cosa è successo?

Perché siamo passati dalla tranquillità di inizio agosto, dei giorni post accordo Grecia ad un’esplosione di volatilità la cui violenza ci ha quasi tramortiti?

Qualcuno dice che è stato il crollo del mercato cinese a innescare questa pesante correzione, altri il calo del petrolio, altri ancora che siamo alle soglie di una nuova grande recessione mondiale. Io invece credo che quello che è successo sia stata una cosa normale, tipica del passato, che per intensità ed aggressività mi ricorda moltissimo quanto accadde nel 1998, quando i mercati erano saliti moltissimo nei primi cinque mesi dell'anno, ma in agosto corressero pesantemente (20% circa gli indici americani e 35 % l'indice tedesco) a causa del default russo e della crisi del fondo hedge LTCM.

Certo, non sto dicendo che non ci siano dei rischi sulle fragili economie mondiali (storie che puntualmente facevano la loro comparsa nei passati crolli agostani), semplicemente non mi convincono le spiegazioni che alcuni osservatori hanno fornito, mentre concordo con le analisi di vari gestori ed esperti del settore, che non solo sono poco diffuse ma spesso vengono pure mal interpretate.

La borsa cinese ha corretto di circa il 40% in poco più di due mesi, ma non dimentichiamo che era anche salita del 150% in meno di un anno, quindi la correzione ci stava ed era anche auspicabile (il Nasdaq del 1999 vi ricorda qualcosa? Siete sulla giusta strada...).

Per prima cosa, vorrei osservare che la svalutazione dello yuan si è rivelata tutto sommato contenuta (soprattutto se paragonata ai movimenti delle altre valute) e anche l'utilizzo delle riserve valutarie è stato modesto, visto che la PBOC detiene tuttora oltre 3,5 triliardi di dollari.

Secondariamente, il governo cinese può ancora contare su tutta la “cassetta degli attrezzi” per stimolare l'economia (o forse manipolarla), seppur prima o poi questa debba necessariamente normalizzarsi e camminare con le proprie gambe, trasformandosi così in un’economia di libero mercato, anche se temo che dovranno trascorrere ancora molti anni prima di tagliare questo traguardo. (...)


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