Il Marzo 2015

01.03.2015
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

Una delle insidie più frequenti che spesso si trova ad affrontare chi fa il mestiere del gestore patrimoniale è l'auto compiacimento che deriva dalla buona performance dei propri portafogli. Gli ultimi due mesi sono stati estremamente carichi di soddisfazione, anche dal punto di vista del morale. Vedere che quello che avevi previsto diventa realtà è infatti una sensazione estremamente piacevole, pur tuttavia non dobbiamo abbassare la guardia, perchè le insidie sono dietro l'angolo.

Finalmente abbiamo visto l'azionario europeo fare nuovi massimi di periodo (dal 2009) e il dollaro bucare al ribasso il livello di 1,09 dopo che Draghi ha fornito i dettagli operativi di come si svilupperà il tanto agognato QE europeo. Eppure la “chiamata” che mi dà maggiori soddisfazioni, anche per motivi "regionali", si è rivelata quella relativa all’indebolimento del franco

svizzero nei confronti delle maggiori valute mondiali. Negli ultimi trenta giorni, dopo che gli investitori hanno metabolizzato la mossa a sorpresa di Jordan, il franco ha perso il 4% nei confronti della sterlina, il 6% nei confronti del dollaro e anche la moneta unica è riuscita a recuperare oltre due figure attestandosi in area 1,07, a dimostrazione che prima o poi la razionalità torna a fare capolino.

Le obbligazioni high yield europee hanno cominciato a stringere ma credo che sia un asset class dove valga la pena rimanere investiti per una questione di travaso di liquidità. Avete presente quando un bicchiere viene riempito troppo da un liquido e questi comincia a riversare fuori andando a bagnare il piano inferiore? (...)

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