Il Maggio 2016

01.05.2016
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

Il mese scorso, quando scrivevo i mie soliti appunti mensili, concludevo con un consiglio operativo abbastanza esplicito, ovvero di acquistare azioni di qualità, con buoni fondamentali, al giusto prezzo (e quindi evitare i titoli che scambiassero a dei multipli particolarmente cari) e di utilizzare i futures degli indici di borsa per abbassarne il beta, attuando quindi una politica di "relative value". Questa strategia poteva essere implementata direttamente, acquistando azioni e vendendo contratti futures direttamente sul proprio conto trading (consiglio destinato esclusivamente a pochi esperti in grado di farlo), o indirettamente comprando fondi market neutral e long short quindi affidando il denaro a degli specialisti (consiglio rivolto al pubblico retail). Peccato che i successivi dieci giorni si siano rivelati un vero e proprio incubo per le strategie poc'anzi descritte. Infatti dal 9 al 21 di aprile l'indice Eurostoxx 50 è salito di oltre 8 punti, trascinato dai rialzi dei titoli di peggiore qualità, mentre quelli che avevano le caratteristiche positive che indicavo, rimanevano al palo, se non addirittura scendevano. Tutto ciò si traduceva in perdite di circa due, tre punti percentuali mentre il mercato saliva. In tale periodo, ho avuto anche l'occasione di fare il mio solito giro trimestrale nella City di Londra e quindi di confrontarmi con i miglior gestori d'Europa che erano altrettanto increduli di fronte ad un movimento così irrazionale. E stiamo parlando di professionisti veri, gente che ha affrontato e superato alla grande crisi da post bolla come quella del 2000-2003, oppure di sistema come quella del 2008, o politiche come quella del 2011. In particolare Barry Norris di Argonaut Capital Partners, mostrandomi il suo modello di analisi e selezione dei titoli da acquistare o vendere, mi diceva che non avrebbe cambiato metodo semplicemente perché il mercato si era messo a comprare a mani basse le azioni di compagnie sull'orlo del fallimento. La verità, signori, è che queste anomalie sono figlie delle politiche della banche centrali, che con il loro easing monetario tengono i vita i quasi cadaveri, insieme ai business di qualità. Avete presente quando a scuola si copiava tutti il compito in classe, avendo avuto il giorno prima il ciclostile del testo, e il professore dava a tutti il sei politico? In quel contesto chi aveva studiato ore e ore nei giorni precedenti si vedeva riservato lo stesso trattamento di coloro che si erano divertiti e non avevano fatto nulla. Io credo tuttavia che queste situazioni siano momentanee e che alla lunga i veri valori riescano ad emergere, mentre ci saranno le aziende che sfrutteranno la prossima crisi (perché prima o poi ci sarà, come sempre successo in passato) per accaparrarsi ulteriori quote di mercato a discapito di quelle che invece salteranno a gambe all’aria. Una situazione simile si è già verificata con le società che estraggono l'oro, le cosiddette gold miners. (...)

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