Il Maggio 2012

02.05.2012
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

Troppe volte dimentichiamo che i mercati finanziari sono in mano a degli esseri umani.  

L'immagine collettiva è quella di ordini immessi in elaboratori sofisticati che comprano e vendono titoli a prescindere da una coerenza o meno con i fondamentali. Sbagliato. O per lo meno, ritengo che, nonostante viviamo nell’epoca dell’algo trading (ovvero quel trading costituito dall’utilizzo evoluto di programmi e sistemi automatici per la definizione del prezzo, della quantità e del timing degli ordini) questi  programmi siano responsabili solo in parte dei movimenti di breve periodo, mentre le tendenze di più ampio respiro rimangono certamente nella piena disponibilità cognitiva dei singoli operatori come conseguenza di quello che pensano e provano gli uomini durante il periodo di osservazione. Non dimentichiamoci infatti che la finanza comportamentale è una disciplina attentamente studiata da anni nel campo dell’industria del risparmio e ha fruttato il premio Nobel alle persone che hanno approfondito tale fenomeno.  

Nel febbraio 2010*, analizzando i grafici delle  borse durante i periodi di bolla (prima) e di crash (successivamente), avevo cercato di farmi un'idea di come si sarebbero comportati i mercati finanziari negli anni successivi, focalizzando la mia attenzione non tanto sui fondamentali dell’economia in quel momento (disastrosi allora come oggi), ma su come tendono a comportarsi gli esseri umani dopo una colossale sbornia, finita malissimo.  

L'idea di base, ovvero scommettere su mercati che probabilmente si sarebbero mossi in un ampio trading range, poteva essere sostanzialmente corretta, peccato che non avessi considerato come potessero essere differenti nell’approccio mentale  gli americani dagli europei o dai giapponesi. Basta guardare, ad esempio, come si sono comportati i listini di borsa durante il mese di aprile 2012, di fronte a notizie negative, ma che fondamentalmente non hanno sorpreso i mercati. L'indice europeo Eurostoxx 50 ha perso circa il 7 %, ma la correzione dai massimi dal 16 marzo al minimo del 23 aprile e' stata del 15 % (in 40 giorni !!!), mentre l'indice S&P 500 ha chiuso sostanzialmente piatto, con una correzione che  non ha mai superato i cinque punti percentuali, nemmeno nel punto più basso del mese.  

Qualche anno fa un venticello americano diventava un tornado in Europa, mentre adesso che il ciclone nasce dall'Europa, quando arriva al di là dell'Oceano si è ormai trasformato in una brezza marina. La differenza attitudinale degli investitori sulle due sponde atlantiche, a mio parere, non ha altre spiegazioni se non un differente approccio psicologico ai problemi economici e di conseguenza ai comportamenti che ne scaturiscono: basti ricordare come gli americani siano intervenuti con il TARP quando la loro situazione interna è peggiorata e grazie all’unità politica siano riusciti a riemergere. Oggi invece sono preoccupati per le sorti del loro principale mercato d’esportazione, l’Europa, poiché la differente e frammentata mentalità del Vecchio Continente tesa alla concertazione non permette una risposta forte al problema del debito sovrano.  

Se a questo aggiungiamo il comportamento delle banche centrali, sempre pronte ad iniettare liquidità nel sistema finanziario e uno studio di come si comportò il mercato dopo il crash dell'87, ritroviamo parecchie analogie con la situazione attuale. La recessione dei primi anni 90, il salvataggio delle casse di risparmio, la crisi dell'Italia del 92 e la conseguente sanatoria dei conti pubblici mi fanno sperare in un futuro più roseo di quello che oggi tutti noi temiamo.  

Traducendo queste mie considerazioni su un piano operativo, lungi da me voler riempire i portafogli di azioni: quello che mi limito a suggerire è di cominciare a pensare (e a comportarsi) come i grandi investitori: iniziando ad accumulare blue chips internazionali, o ancora meglio fondi azionari gestiti attivamente da fund managers che hanno già dimostrato un livello di competenze e abilità superiori, mettendo a segno performance migliori del mercato negli ultimi anni. Senza l'assillo di guadagnare a breve. Del resto, non è che costi molto vedere il bicchiere mezzo pieno anziché  mezzo vuoto, il liquido è oggettivamente lo stesso, ma il morale più alto. 

Il sito utilizza cookie tecnici e cookie statistici di terze parti (come GA).
Cliccando su “Accetta” presti il consenso ai cookie statistici.
Cliccando su “Continua senza accettare” puoi negare il consenso ai cookie statistici e continuare la navigazione colo con i cookie tecnici.
Per modificare le tue preferenze o per maggiorni informazioni leggi la “Cookie Policy”

Continua senza accettare Accetta