Com’è strana la psicologia degli esseri umani, e ancor di più quella degli investitori…
Abbiamo vissuto un mese terribile dal punto di vista delle sensazioni e la percezione che si aveva parlando con le persone era quella di una catastrofe imminente. Molti clienti mi chiamavano per convertire i propri averi in dollari e/o franchi svizzeri, oppure chiedendo di vendere tutto per comprare Bund tedeschi al tasso del 1,30 % lordo decennale (chi di voi presterebbe i suoi soldi ad un amico fidato ad un tasso simile?) E poi l’ultimo giorno del mese, venerdì 29 giugno, i mercati a rischio catastrofe sono esplosi guadagnando 5-6 % le borse, il 3-4% i BTP e i Bonos spagnoli. Tutto perché i nostri politici hanno trovato un accordo minimo sul quale costruire l’unione fiscale europea.
Chi mi segue sulle varie rubriche o sulla rassegna stampa sa che è ormai più di un anno che consiglio di detenere in portafoglio almeno un 30% di Asset in dollari soprattutto per la funzione di copertura rivestita dal biglietto verde. Da notare però che, mentre il cambio Eurodollaro era 1,45 esattamente un anno fa, in questi giorni (primi di luglio) è tra 1,24( giovedì prima dell’accordo) e 1,27( venerdì dopo l’accordo). Nel settembre 2011 ho altresì consigliato di comprare fino a un 10-15% del portafoglio di Btp biennali (all’epoca pagavano un rendimento del 7%) in quanto non credevo assolutamente nel fallimento dell’Italia, per lo meno nel breve periodo, e mi sembrava un’ottima opportunità d’investimento.
Non bisogna mai seguire le masse !!!
A mio modo di vedere, l’unico rimedio valido contro la paura che ci attanaglia quando vediamo crollare i listini (e conseguentemente anche contro la psicologia dominante tra gli investitori) è quella di cercare protezione nella decorrelazione degli investimenti. Se converto tutti i miei averi in dollari a 1,24 o ancor peggio in franchi svizzeri a 1,20 (ricordiamoci che il franco svizzero in questo momento è peggato a 1,2 contro euro, quindi la Banca centrale non lo lascia rivalutare), perché sono preso dal panico, rischio di subire delle perdite pesanti, qualora la mia scelta si riveli sbagliata, per un qualsiasi motivo. Come accadde a coloro che l’anno scorso di questo periodo comprarono oro a 1900 dollari l’oncia e oggi se lo trovano ad un bel meno 15 %, essendo a 1600 dollari. A dimostrazione che anche l’assicurazione contro il rischio, presa singolarmente, può rivelarsi un bagno di sangue.
E’ inutile nascondersi dietro ad un dito, oggi i safe haven non esistono più, almeno per come eravamo abituati ad intenderli. Anche l’acquisto di un Bund tedesco decennale a questi tassi potrebbe rivelarsi una perdita pesante in conto capitale qualora si verificassero determinati scenari.
Per tale motivo oggi, ma anche un anno fa, mi sento molto più a mio agio con un portafoglio composto da strumenti che, presi singolarmente, sono molto volatili, ma messi insieme sono in grado di offrire stabilità grazie alla decorrelazione delle performance che li caratterizzano. Il 30% in dollari può andar bene , ma solo se lo abbino a dei risky asset di valore come azioni di compagnie non indebitate con business stabili worldwide, forte politica dei dividendi ed un basso P/E, così come un 5-10 % di oro se aggiunto ad un 5-10 % di titoli di Stato italiani con scadenze intorno ai 18 mesi. Continuare a comprare ombrelli in piena tempesta per buttarli via non appena escono due raggi di sole ci farà soltanto perdere soldi. A marzo, in questa stessa sede, consigliavo di comprare ombrelli proprio perché il sole brillava…Tengo a precisare che le performance dei fondi che vedete sotto non tengono minimamente conto dell’ultimo venerdì del mese in quanto i prezzi del NAV dei fondi comuni vengono calcolati successivamente alla chiusura del mese con un gap temporale di uno o due giorni a seconda delle categorie, quindi vi prego di valutarle in ogni caso con gli occhi impauriti che avevamo giovedì prima della riunione europea.