Il Gennaio 2016

01.01.2016
Michele De Michelis
Michele De Michelis
PRESIDENTE CDA E CHIEF INVESTMENT OFFICER

Nel rileggere quanto avevo scritto un anno fa

http://www.frameam.ch/frameam/index.php/il- punto/item/il-punto-mensile-gen2015)

sono rimasto sorpreso dalla similitudine della situazione attuale con quella di allora. Anche nel 2015 infatti, il mercato azionario aveva preso il largo con una bella correzione ed eravamo tutti preoccupati per l’anno che sarebbe venuto. Nutrivamo però la speranza nella partenza del Quantitative Easing di Draghi e di lì a poco saremmo stati finalmente accontentati (e ora qualcuno potrebbe anche considerarli bei tempi...). In realtà, io ritengo che le condizioni dell’economia reale potrebbero rivelarsi migliori oggi rispetto ad un anno fa. La svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, il crollo dei costi dell’energia e i tassi di finanziamento ai minimi storici consentono infatti alle aziende europee di risultare molto più appetibili nei fondamentali rispetto al passato. Dalla speranza siamo passati quanto meno ad un inizio di primi risultati tangibili. Malgrado tutto, il valore dell’Eurostoxx è praticamente tornato più o meno dove lo avevamo lasciato dodici mesi fa. Quali siano le motivazioni è difficile saperlo, sicuramente la questione della psicologia degli investitori pesa moltissimo. La Cina per esempio. Adesso seguiamo l’andamento dei mercati cinesi come se fossero quelli americani, con i telegiornali che parlano solo dei crolli del 5 o del 7%. Ma quando l’indice cinese salì dai 2000 punti di giugno 2014 ai 5000 di giugno 2015, (oggi è a circa 3200 punti) perché i telegiornali non ne parlarono? Semplice, perché era un non evento. Difficile quindi per gli investitori rimanere razionali di fronte alle notizie che ci arrivano in continuazione da tutte le parti, come in questo inizio di 2016. Prima il crollo dei listini asiatici, poi l’interruzione delle attività diplomatiche tra Arabia ed Iran, la mattina successiva la Corea che fa scoppiare una bomba nell’Oceano Pacifico ci hanno spaventati a morte. Peccato che tutto ciò abbia anche passato in secondo piano i dati usciti sull’economia europea (come i PMI) relativi a dicembre, che mostrano una buona salute del business e della fiducia. Cerchiamo quindi di fornire qualche consiglio utile di asset allocation per l'anno che verrà che si preannuncia alquanto difficile, se il buongiorno si vede dal mattino. Lo scorso mese, qualcuno aveva mal interpretato il mio auspicio di dicembre come un sintomo di estrema positività sul mercato azionario europeo, purtroppo non era così, per lo meno non in questo contesto di paura. Rimango dell'idea che l'equity europeo potrebbe risultare in questo momento il luogo migliore dove investire, ma rimanerci senza protezione con approccio long only classico equivarrebbe ad affrontare la traversata dell'Oceano Atlantico in barca a vela in solitaria.

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