Un nuovo paradigma

22.03.2022
Livio Spadaro
Livio Spadaro
Senior Portfolio Manager

Il 24 Febbraio il mondo si è svegliato con la guerra alle porte dell’Europa. L’inaspettata (neanche troppo) invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato alla mente delle persone l’ormai, per fortuna, vago ricordo della Seconda Guerra Mondiale riportando un senso di incognita dopo una lenta, difficoltosa e dura uscita dalla Pandemia.

Anche i mercati finanziari hanno digerito male la notizia dello scontro russo-ucraino, abbiamo assistito ad una corsa a vendere i titoli rischiosi per rifugiarsi nei “porti sicuri” del mercato finanziario. Ecco allora l’Oro che torna a correre verso i massimi storici, il Dollar Index verso i 100 punti, il Franco Svizzero rompere per un momento la parità con l’Euro, il tracollo di quest’ultimo e il Rublo in caduta libera verso le principali valute mondiali.

Come sempre, dopo la tempesta, torna la quiete. Dopo l’iniziale fase di orrore, la razionalità è ritornata tra gli investitori i quali hanno rivalutato l’impatto delle sanzioni dell’Occidente, quelle russe ai “Paesi ostili” e le implicazioni per le mosse future delle banche centrali.

Il mondo Occidentale si è inizialmente coordinato per isolare Mosca, cercandola di colpire al cuore del mondo odierno: la Finanza. L’UE e gli Stati Uniti, inaspettatamente anche la Svizzera, hanno congelato asset e conti di oligarchi russi e persone a loro collegate, hanno praticamente eliminato la circolazione di Rubli, ristretto il trading su asset collegati alla Russia e imposto l’embargo su alcuni prodotti russi ad eccezione di quelli energetici.

La Russia dal canto suo non si è fatta cogliere impreparata, la banca centrale russa da tempo ha accumulato abbastanza riserve di Oro fisico e di riserve valutarie (diventate le quarte al mondo) depositandole in buona parte in Paesi che non hanno provveduto a effettuare sanzioni e ha rinsaldato i rapporti con questi Paesi da cui è nato un Blocco.

Questo Blocco si sta via via ingrandendo, la Cina ha concluso accordi importanti con Mosca, l’India sta mettendo a punto un meccanismo di pagamento basato su Rupia-Rublo, gli Stati medio-orientali non hanno accolto le richieste americane di incrementare la produzione di Petrolio, il Brasile e il Sudafrica non hanno condannato l’attacco russo in Ucraina. Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ben 35 Paesi (alcuni sono quelli già citati) si sono astenuti sul voto di condanna dell’invasione ucraina e 5 si sono dichiarati contrari.

La Russia non è quindi così sola come si pensava, tant’è che mentre le agenzie di rating si affrettavano a tagliare il rating russo, Mosca provvedeva a pagare 117$ milioni di interessi sul bond sovrano in scadenza il 16 Marzo, pagamento che ha ristabilito la fiducia dei mercati.

Anzi, c’è da dire che gli investitori globali hanno una percezione diversa rispetto a quella dei giornali occidentali. L’inflazione sta mordendo un po’ ovunque con i rialzi delle materie primei quali si aggiungono al collo di bottiglia delle catene di approvvigionamento che dura ormai da mesi ed è tornato ad essere un problema molto attuale con la chiusura di alcuni centri produttivi cinesi causata dall’aumento dei casi di Covid-19 locali.

In questo contesto è l’Euro ad essersi indebolito maggiormente verso il Dollaro e il Franco Svizzero mentre il Rublo dopo un iniziale crash è tornato su livelli accettabili (anche in scia al pagamento delle cedole sul bond sovrani in USD della Federazione russa).

Mentre Bruxelles si appresta ad approvare un nuovo pacchetto di sanzioni a Mosca, quest’ultima potrebbe lasciare “a secco” l’Europa tagliandole il gas tramite la pipeline di Yamal, curioso che proprio in questi giorni Gazprom non ha prenotato capacità per Aprile. (...)

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